A che servono le parole se poi non vengono mai ascoltate da chi dovrebbe?
A cosa servono le manifestazioni, se poi hanno come risultato la Guerra?
Questa è una canzone che parla delle sensazioni di un giovane civile afghano, è lui a chiedere, perchè noi che non sappiamo cos'è la guerra, possiamo solo immaginarla!
Sono solo Parole
Mi scusi Signore volevo chiederle
cosa sono quelle bandiere che ha piantato nella mia terra
Mi ascolti Signore
cosa sono quelle tute maculate
e tutto il ferro che continuo a camminare
Sono sono Parole
Mi scusi Signore
mi dia un motivo che porti ancora a credere
alla sua dannata Democrazia
Non vede Signore
ci sono ancora troppe catene
poi i colori del mio cielo continuano ad ammazzare
Sono solo Parole
Fanno poco rumore
E' vedo sangue corpi e sangue
niente da mangiare
E' vedo sangue corpi e sangue
nemmeno un posto per riposare
Non sente Signore
c'è una donna che da vent'anni
grida il nome di un bambino
probabilmente il suo bambino
sarebbe stato un uomo oggi
se lei con tutti i suoi seguaci
non avesse bruciato il suo cammino
E quante lune dovrò contare
quante bombe intelligenti da schivare
e questo odore di bruciato che non riesco ad ingoiare
quanti amici da salutare
quante fosse da riempire
quanti fucili da addestrare
per difendere la mia diversità...
E vedo sangue corpi e sangue
niente da mangiare
E vedo sangue corpi e sangue
nemmeno un posto per riposare
E vedo sangue corpi e sangue
nemmeno un posto per giocare
E vedo sangue corpi e sangue
niente da indossare...
Parole per chi da tutto questo
non si è fatto mai sfiorare..

A volte le parole sono fredde, scritte su un foglio bianco che lentamente prende colore...lentamente l'inchiostro le riscalda, l'inchiostro che nemmeno il tempo potrà cancellare....
lunedì 18 dicembre 2006
sabato 16 dicembre 2006
Eccomi a casa
Eccomi a casa
tra l'odore di fritto non ancora sbiadito
tra qualche libro, e la rabbia di un eroe sconfitto
Eccomi ancora tra frasi appassite
che non chiedono altro di essere raccontate
sotto un lume si tingono di candide spade
Palazzi e terra spaccata
non c'è lava che io possa bruciare
non c'è cratere che io possa scavare
non c'è quel calore che ti rende penetrabile
tutto è in quiete
Niente si muove se non quell'istinto primordiale
lo sento dalle narici
fiuto quell'orribile mistero
che non riesco a ricordare
E veloce scappo
una pedalata
due e tre
fermo
lascio che le ruote girino
e girano, ed io insieme a loro
in questa striscia di seta
di carta argentata
Eccomi a casa
con gli occhi chiusi ma che vedono meglio
in quelle immagini insinuate nel sogno
tra quei cavalli tinti di giglio
E tu continui a dire che sono solo fantasie
Dove sei?
Ti vedo
Ti sento
ma non posso toccarti
e allora si che non hanno piu' alcun senso le poesie
Rumore nelle orecchie
umidità sulla vecchio intonico
eccomi a casa
tra l'odore di fritto non ancora sbiadito
tra qualche libro, e la rabbia di un eroe sconfitto
Eccomi ancora tra frasi appassite
che non chiedono altro di essere raccontate
sotto un lume si tingono di candide spade
Palazzi e terra spaccata
non c'è lava che io possa bruciare
non c'è cratere che io possa scavare
non c'è quel calore che ti rende penetrabile
tutto è in quiete
Niente si muove se non quell'istinto primordiale
lo sento dalle narici
fiuto quell'orribile mistero
che non riesco a ricordare
E veloce scappo
una pedalata
due e tre
fermo
lascio che le ruote girino
e girano, ed io insieme a loro
in questa striscia di seta
di carta argentata
Eccomi a casa
con gli occhi chiusi ma che vedono meglio
in quelle immagini insinuate nel sogno
tra quei cavalli tinti di giglio
E tu continui a dire che sono solo fantasie
Dove sei?
Ti vedo
Ti sento
ma non posso toccarti
e allora si che non hanno piu' alcun senso le poesie
Rumore nelle orecchie
umidità sulla vecchio intonico
eccomi a casa
giovedì 14 dicembre 2006
Amami
Corri nei sogni
prima che arrivi il mattino
e ti svegli
prima che il buon fato ti accarezzi
e ti dica che un inganno
dormi dolce luna dormi
non lasciarmi solo in questo incanto
Dove il vento soffia dolce
Dove non esiste la paura
Dove i tuoi capelli potranno danzare
Corri nei giorni
prima che arrivi la notte e ti svegli
prima che qualcuno rubi
dal silenzio le pose
dove ogni tuo gesto vale
molto di più delle parole
Per chi vive ai margini del cielo
Per chi siede agli angoli del mondo
Ricomponi i pezzi del mio profondo
Amami
oltre la paura di non avermi
oltre i miei pupazzi di follia
Dove il nero
lascia spazio alla poesia...
prima che arrivi il mattino
e ti svegli
prima che il buon fato ti accarezzi
e ti dica che un inganno
dormi dolce luna dormi
non lasciarmi solo in questo incanto
Dove il vento soffia dolce
Dove non esiste la paura
Dove i tuoi capelli potranno danzare
Corri nei giorni
prima che arrivi la notte e ti svegli
prima che qualcuno rubi
dal silenzio le pose
dove ogni tuo gesto vale
molto di più delle parole
Per chi vive ai margini del cielo
Per chi siede agli angoli del mondo
Ricomponi i pezzi del mio profondo
Amami
oltre la paura di non avermi
oltre i miei pupazzi di follia
Dove il nero
lascia spazio alla poesia...
Senza Fama
Questa è una poesia di Oliver Marck. Un poeta che amava i sottoborghi delle città. Un poeta degli anni '90. E' morto all'età di 33 anni, si è sparato in bocca.
Non ci sono domande.....ma occorrono assolutamente risposte!!
Eppure qualcuno continua a ripetere che il suicidio è da condannare....
A voi l'ardua sentenza
Esco alle venti
un bacio la cena
il solito litigio
Come consueto
una sigaretta
e tutto il resto sfuma
Nella sigla del film
di primissima serata
nella poltrona e negli occhi
di un personaggio senza fama
Dieci di sera
l'asino aspetta
mi accompagnerà lì dove
Ritroverò
il mio costume
le scarpe di vernice
Mi coprirò di domande
a cui risponderò nello sgomento
Mi snuderò di risposte
a cui domanderò conforto
Voglio una comparsa
tra tutti questi solitari
così riemergerò
pur essendo nudo sporco e con puzza di schiavo
Ho il diamante nel cuore
e loro invece il brillante esteriore
così riemergerò
pure essendo nudo sporco e con puzza di schiavo
Triste lo sono
sono felice
non so più cosa dire
Poi mi daranno
una ricompesa
ma non è detto che devo ridere
In questo chiodo di legno
sono io che comando
In questo grammo di mondo
sono io che comando
In ogni tempo
In ogni dove
Io vi cercavo l'amore
In ogni suono
In quel che resta
Io trovai il mio rumore
Per ogni uomo
per ogni sua impresa
rispetto e valore offrirò
Ma ad ogni donna
trovata e perduta
un bacio io regalerò
Non ci sono domande.....ma occorrono assolutamente risposte!!
Eppure qualcuno continua a ripetere che il suicidio è da condannare....
A voi l'ardua sentenza
Esco alle venti
un bacio la cena
il solito litigio
Come consueto
una sigaretta
e tutto il resto sfuma
Nella sigla del film
di primissima serata
nella poltrona e negli occhi
di un personaggio senza fama
Dieci di sera
l'asino aspetta
mi accompagnerà lì dove
Ritroverò
il mio costume
le scarpe di vernice
Mi coprirò di domande
a cui risponderò nello sgomento
Mi snuderò di risposte
a cui domanderò conforto
Voglio una comparsa
tra tutti questi solitari
così riemergerò
pur essendo nudo sporco e con puzza di schiavo
Ho il diamante nel cuore
e loro invece il brillante esteriore
così riemergerò
pure essendo nudo sporco e con puzza di schiavo
Triste lo sono
sono felice
non so più cosa dire
Poi mi daranno
una ricompesa
ma non è detto che devo ridere
In questo chiodo di legno
sono io che comando
In questo grammo di mondo
sono io che comando
In ogni tempo
In ogni dove
Io vi cercavo l'amore
In ogni suono
In quel che resta
Io trovai il mio rumore
Per ogni uomo
per ogni sua impresa
rispetto e valore offrirò
Ma ad ogni donna
trovata e perduta
un bacio io regalerò
domenica 10 dicembre 2006
Bonjour Madame

Sento una voce da lontano
che mi sussurra all'orecchio
Sono suoni di cicale
che vivono nella mia mano
Parlano di uno Stato
uno stato di persone
legate ormai da un compromesso
Sono dolcezze che si incrociano
nella quiete più assoluta
Sono carezze allineate
su di un piatto d'argento
gli resta solo l'odore
il ricordo di un'amore
Mia dolce signora
mia signora come va?
Mia dolce padrona
mia padrona come va?
Amare cercare trovare
nel conseguente dispiacere
un senso di gratificazione
tra l'indice il medio e l'anulare
Come la prima volta
che sfiorai le sue labbra
Fu una sensazione di freschezza nell'unire
due corpi in uno solo
con una sola mente
voglie inconfondibili
di sentimenti elevati
al dato di fatto
io non riuscivo a vedere
Mia dolce signora
mia signora come va?
Mia dolce padrona
mia padrona come va?
Bonjour bonjour madame
Bonjour bonjour commend ça va?
oh madame je ne peut pas le savoir.........................
Oggi terminano le quattro notti di ininterrotte prove della C.M.S, alla ricerca di quel suono, di quella melodia inconfodibile, che lascia segni indelebili, sensazioni irripetibili, o meglio ripetibili ma mai uguali...
Inutile dire che sono stato benissimo con i miei amici, abbiamo sofferto e patito, siamo stati depressi, quando non riuscivamo a capire quale poteva essere la nota giusta, abbiamo goduto quando l'abbiamo trovata e raccolta con dolcezza, come si fa con fiore di campo... Agli amici della C.M.S, non posso dire altro che: Vi voglio bene, al di là dei miei pupazzi di follia!!!
A tutti quelli che credono in noi: Grazie per la vostra pazienza, la vostra attenzione; un inchino per la vostra sensibilità...
mercoledì 29 novembre 2006
I Can ’t wait any longer
A Vincent
Sto impazzendo ogni giorno di più
Mi consumo nell’atto del pensare
Sto impazzendo e tu mi guarderai
mentre sorrisi isterici metteranno le mani alla circonferenza della mia gola
Non liberarmi non lo fare mai
sarà solo il risultato di questa sommità di coesioni tra l’essere e l’apparire
Io sono apparso dove il nulla è gonfio di colori
dove gli arcobaleni si aprono e chiudono
ondulano e si muovono ma non hanno direzione
Cerco di dormire nella loro follia
Ho appena acceso un po’ di gratificazione
passerà nelle mani di sognatori
abito nella valle di illusioni dove non esiste il soffitto ma pareti dure
Voglio percepire solo il cielo e non quello che mi circonda
Gli aerei sono aironi rosa
I pensieri al vento vanno oltre i fumi del tatto ed i sensi prendono il volo
Un po’ più su c’è il mare
mi tufferò dalla montagna delle menzogne
un’eterna apertura di braccia mi proteggerà dai rumori delle città
non posso più aspettare...
Per la tua pazienza, per le nostre visioni, per le lacrime i sorrisi, i sogni e le illusioni...
Per gli anni passati insieme, per le gioie condivise, per i dolori ingoiati malamente....
Per la tua dolce compagnia, per i tuoi difetti e le nostre speranze...
Per te, amico mio, per la tua anima rivoluzionaria, per il nostro correre contro vento...
Per i tuoi sensi che mi hanno ascoltato senza chiedere mai niente in cambio...
Ti voglio bene Vincè e ricorda che a noi i fumi delle città non ci sfioravano nemmeno da lontano..
Buona Vita e Buona strada..
A Vincent
Sto impazzendo ogni giorno di più
Mi consumo nell’atto del pensare
Sto impazzendo e tu mi guarderai
mentre sorrisi isterici metteranno le mani alla circonferenza della mia gola
Non liberarmi non lo fare mai
sarà solo il risultato di questa sommità di coesioni tra l’essere e l’apparire
Io sono apparso dove il nulla è gonfio di colori
dove gli arcobaleni si aprono e chiudono
ondulano e si muovono ma non hanno direzione
Cerco di dormire nella loro follia
Ho appena acceso un po’ di gratificazione
passerà nelle mani di sognatori
abito nella valle di illusioni dove non esiste il soffitto ma pareti dure
Voglio percepire solo il cielo e non quello che mi circonda
Gli aerei sono aironi rosa
I pensieri al vento vanno oltre i fumi del tatto ed i sensi prendono il volo
Un po’ più su c’è il mare
mi tufferò dalla montagna delle menzogne
un’eterna apertura di braccia mi proteggerà dai rumori delle città
non posso più aspettare...
Per la tua pazienza, per le nostre visioni, per le lacrime i sorrisi, i sogni e le illusioni...
Per gli anni passati insieme, per le gioie condivise, per i dolori ingoiati malamente....
Per la tua dolce compagnia, per i tuoi difetti e le nostre speranze...
Per te, amico mio, per la tua anima rivoluzionaria, per il nostro correre contro vento...
Per i tuoi sensi che mi hanno ascoltato senza chiedere mai niente in cambio...
Ti voglio bene Vincè e ricorda che a noi i fumi delle città non ci sfioravano nemmeno da lontano..
Buona Vita e Buona strada..
Fingere Che Sia Tutto Perfetto

Era l’alba, l’inizio del giorno, eppure volevo restasse la notte a farmi da amica…Scesi le scale, certo le scesi e scivolai nella strada affollata di suoni…L’acqua che gocciola dalle impalcature, un tunnel che alla fine finirà, una lunga galleria che ti porterà nel nulla…Semafori che non smettono mai di ammiccare, ma si sono mai stancati?E le strisce pedonali sempre più sbiadite, le impronte digitali delle auto veloci non si fermano un istante ad osservare lo splendore del sole…-pensai-Mi dimeno, sudo e non c’è tregua tra le montagne rocciose, uomini che parlano con vestiti diversi dai miei mi condurranno su di una vasta pianura, dove potrò allevare la mia prole…Crescerò, sono vecchio, contento di essere stanco, stanco di essere un essere comune; eppure continuo a galoppare sulle grandi praterie, mangio erba e bevo il niente di un ricordo che sviene nelle immagini di un sonno interrotto.Ecco due venditrici di corpi umani, chissà cosa ci tengono in quella borsetta, l’incasso di una notte, il pane del mattino, nascondono i cinque minuti di un tenebroso piacere…C’è chi vende l’anima e non viene giudicato…Scarti di società diurna hanno organizzato una festa in via delle belle stagioni; coriandoli, colori, torte al cioccolato, castelli di negazioni, ci sarà come ospite Platone, l’ho conosciuto in una trasmissione televisiva, mi è stato presentato dall’eclissi di maggio…Un bar aperto, berrò un po’ di latte caldo unito con uno sputo di caffè, è l’anima di un barista Saloon che mi sta servendo. Non posso scappare, ci sono troppi occhi che mi cercano, ed il bello è che io non ho mai cercato loro…Ci hai messo di tempo per arrivare ed ormai sei qui, chiara dolce luce che m’incanti, vorrei che ci fossimo solo io e te, ma la sfortuna è che devo dividerti con molti, troppi tesori, non mi basti e più avrò più vorrò…Non incazzarti se preferisco il mistero, ma non sono più abituato a percorrere un solo sentiero, voglio che tu sappia che ti sarò sempre grato per avere formato quello che ora è il mio pensiero…Le maglie pungono il mio dolore ma profumano e questo mi basta…Sono in ritardo, avranno già cominciato a ballare gli omini della città, tra uffici, industrie e mense ferroviarie, sono in ritardo, affitterò una rana e in pochi minuti sarò nel morbido, soffice letto…Buon giorno dicono, mi sembra quasi una presa di culo, è detto a chiunque si incontri. Stuprerò gli orologi della città, ma dove andranno a finire le lancette? In qualche prigione, in esilio dalle menti verranno decapitate per avermi tolto l’infinito…Non lamentarti poiché esisti anche grazie a loro, e scrivi grazie a loro; il male non viene per nuocere, arriva solo per insegnare ciò che è bene. In realtà preferirei non sprecare inchiostro…L’aurora blu è stata scoperta, farò tana libera tutti e salverò anche lei dalla routine ingannata del numero diciassette, diciotto, diciannove e vinsi…No, ho perso perché sono ancora qui e non riesco a liberarmi, il ragno si sta avvicinando, che bella ragnatela ha costruito, è come il mondo, una volta intrappolati non si riesce ad uscirne; io non voglio morire perché non voglio essere eterno; non voglio che la gente pianga per la sofferenza… Vivo ormai da secoli, sono polline sballottato di qua e di là da un ape…Egitto, Africa, Europa, Polo Nord, Polo Sud, Nuova Zelanda, Equatore, baricentro del corpo, mi manca qualcosa, già…Non ho mai visitato il centro della mia anima… Lasciatemi stare, lasciatemi stare, voglio la pace di bambino, voglio il bagno caldo, le pupille bianche, i capelli disegnati da un fulmine che per caso mi sfiora la testa, voglio fumare la polvere di questo sapone e chiudere gli occhi, per poi riaprirli e continuare a fingere che sia tutto perfetto …
martedì 28 novembre 2006
Concerti e Appuntamenti C.M.S
Apricena 3 gennaio 2007 Teatro Tenda. Apertura concerto " QUINTO RIGO "
Come Una Goccia
Chiuso tra quattro mura
Non sento le mie braccia
Vestito in un camice bianco
Farfalle di seta mi girano attorno
Nell'aria assuefatta
Le memorie vacillano
E l'odore di chimico
Si profila nella mia stanza
Lascia che scenda
Come una goccia
Cristallo evanescente
Tempo della quiete
Mi consolerà
Chiuso nell'ombra
Fuggo dalla mia storia
Acqua che stilli purezza
Aiutami ad ingerire questo veleno
Morso dalla coscienza
Scopro la tua indolenza
Perso tra macchie d'inchiostro
Per confinare la mia estrosità
Lascia che scenda
Come una goccia
Cristallo evanescente
Tempo della quiete
Mi consolerà
Vorrei solamente vedere la luce
Giocare a contare le mie fantasie
Vorrei accarezzare la collina dal ponte
Fuggire dal lago delle mie manie.......
Con la legge Basaglia, vengono chiusi i manicomi; ma fino a che punto?
In una società come la nostra, dove l'intolleranza regna felice, dove l'essere estroso è sinonimo di pazzia, dove non ha importanza ciò che hai da dire, ma il vestito che indossi nel momento in cui lo dici, le cliniche di igiene mentale spopolano, e le lobby farmaceutiche ridono a fior di dollari...Ci sono realtà in cui le persone, fino a quando non diventano di pericolosità sociale, circolano tranquillamente tra le altre persone, perchè non bisogna mai dimenticare, che la solitudine, quella imposta, è il peggior male che divora l'anima del Mondo....
Questa è una canzone semplice, ma che mette in risalto l'essere schiavo, di un ESSERE UMANO, rinchiuso nella prigione della propria mente...
Perchè? Chiedetelo a quei signoroni che sparano siringhe...
Non sento le mie braccia
Vestito in un camice bianco
Farfalle di seta mi girano attorno
Nell'aria assuefatta
Le memorie vacillano
E l'odore di chimico
Si profila nella mia stanza
Lascia che scenda
Come una goccia
Cristallo evanescente
Tempo della quiete
Mi consolerà
Chiuso nell'ombra
Fuggo dalla mia storia
Acqua che stilli purezza
Aiutami ad ingerire questo veleno
Morso dalla coscienza
Scopro la tua indolenza
Perso tra macchie d'inchiostro
Per confinare la mia estrosità
Lascia che scenda
Come una goccia
Cristallo evanescente
Tempo della quiete
Mi consolerà
Vorrei solamente vedere la luce
Giocare a contare le mie fantasie
Vorrei accarezzare la collina dal ponte
Fuggire dal lago delle mie manie.......
Con la legge Basaglia, vengono chiusi i manicomi; ma fino a che punto?
In una società come la nostra, dove l'intolleranza regna felice, dove l'essere estroso è sinonimo di pazzia, dove non ha importanza ciò che hai da dire, ma il vestito che indossi nel momento in cui lo dici, le cliniche di igiene mentale spopolano, e le lobby farmaceutiche ridono a fior di dollari...Ci sono realtà in cui le persone, fino a quando non diventano di pericolosità sociale, circolano tranquillamente tra le altre persone, perchè non bisogna mai dimenticare, che la solitudine, quella imposta, è il peggior male che divora l'anima del Mondo....
Questa è una canzone semplice, ma che mette in risalto l'essere schiavo, di un ESSERE UMANO, rinchiuso nella prigione della propria mente...
Perchè? Chiedetelo a quei signoroni che sparano siringhe...
lunedì 27 novembre 2006
La Mia Malattia

La Mia Malattia
Parlami in questo orecchio frustrato,
ascolterò in silenzio il tuo corpo sudato.
Mentre gocce di cristallo svaniscono nell’acqua piovana,
mentre gocce di solitudine scendono dalla grondaia,
io sarò lì ad aspettare che tu mi racconti.
E’ come vederti.
E’ come sentirti, ma non parli.
Hai imparato a tacere.
Hai imparato a non chiedere.
E ti perdi nei monologhi,
nelle domande che ti affliggono,
nelle risposte che non ti soddisfano.
Seduta sussurri.
Seduta continui a lavorare il maglione di lana.
Guardi fuori, è notte ma non riesci a dormire.
Due mani ti stringono il collo, non riesci a respirare.
Cosa è successo che non vuoi ricordare?
Ti alzi, vorresti gridare.
Vaghi senza saper dove andare.
Perché non mi stringi?
Perché non mi accarezzi?
Perché non mi dici che mi ami come quando sono nato.
Non aspetto altro.
E’ come sentirti, è come parlarti, ma non stiamo parlando.
Stringo tra i denti il nostro cordone fetale.
Mi accorgo che ormai si sta per spezzare.
Sei candida, vellutata come le rose del tuo giardino.
Sei opaca, spinosa come l’inverno che divora.
Sei il dolore.
Sei la gioia.
Sei la vita che adesso non mi consola.
Potrei capire.
Potresti capire, ma non stiamo parlando.
Forse infondo non c’è niente da dire.
La mia malattia è vedere il tuo volto vestito di nero.
La mia malattia è sentire una pistola sparare, quando invece tutto è in quiete.
La mia malattia sono gli occhi appoggiati sulla mia schiena.
La mia malattia è un’esplosione di tritolo, è la musica di una sirena.
La mia malattia è l’essere cresciuto deprivato dei gesti d’amore.
E così proteggo la tua timidezza in un posto dove batte sempre il sole.
Un giorno sboccerà il tuo sorriso,
dolce come non l’ ho mai visto.
EPPURE DEV'ESSERCI..
Ecco, ci risiamo, nuovamente su di un foglio bianco, nuovamente a cercare di capire, a cercare di rispondere alle domande che la nostra mente crea, disfa, e ricompone... Perchè si scrive? Perchè si desidera che qualcuno legga le nostre parole? Perchè si ha il bisogno di comunicare!! la comunicazione è una delle possibilità che ci vengono date per non sentirci soli. La depressione è l'assenza di comunicazione, non si riesce ad urlare, non si riescono a percepire i colori dell'arcobaleno, tutto diventa nero. Perchè il titolo DEV'ESSERCI? Uno scritto che poi è diventato canzone, la speranza mai persa che un giorno qualcosa cambi.
Eppure dev'esserci una via d'uscita
in questo grumo di liquido incandescente
Uno spiraglio di aria nell'area incolta
tra topi che lavorano a mezzadria
Un pugno di petrolio
diventi un mazzo di fiori colorati
da donare a chi è appena guarito
da posare su chi ha raggiunto l'infinito
Dev'esserci ma non vogliamo guardare
ci perdiamo alle spalle di chi sta davvero male
La scopa che batte sul pavimento
la polvere che scansa questo governo
le luci dei lampioni a fare compagnia
un uomo già lontano a fine della sua via
Pensa che una stretta di mano lo può aiutare
ma a chi darla se comunque bisogna pagare
Dev'esserci ma non vogliamo cambiare
Dev'esserci ma non possiamo cambiare
E lei che presto potrà stare al sicuro
ha già affittato un letto e un bagno per il suo futuro
sarà la principessa dell'insicurezza
dell'avvocato che affitterà la sua dolcezza
E un giovane incastrato riprenderà il suo volo
spezzato per aver venduto la felicità
magari per riuscire con un pò di ingenuità
ad uscire dal vizio della povertà
Dev'esserci ma non possiamo lasciare
quello che abbiamo e incominciare a sognare
Così il tramonto che è sempre lo stesso
si veste di nuove sfumature guardato da occhio diverso
e queste pietre che nascondono folletti ormai stanchi
per essere stati dimenticati da uomini troppo distratti....
Contro la chiusura delle case del sesso
Contro gli atti penali verso i tossicodipendenti
Contro le idee bigotte verso i senzafissadimora
Contro lo sfruttamento di esseri umani
Per tutte quelle persone che amano le fiabe e che non si chiedono se i folletti esistono o meno, ma li accolgono e basta.
Un invito: raccontatevi a loro, lasciando un pò più in là, l'invidia di chi non potrà mai capire, poichè dotato di una mente troppo razionale....
Eppure dev'esserci una via d'uscita
in questo grumo di liquido incandescente
Uno spiraglio di aria nell'area incolta
tra topi che lavorano a mezzadria
Un pugno di petrolio
diventi un mazzo di fiori colorati
da donare a chi è appena guarito
da posare su chi ha raggiunto l'infinito
Dev'esserci ma non vogliamo guardare
ci perdiamo alle spalle di chi sta davvero male
La scopa che batte sul pavimento
la polvere che scansa questo governo
le luci dei lampioni a fare compagnia
un uomo già lontano a fine della sua via
Pensa che una stretta di mano lo può aiutare
ma a chi darla se comunque bisogna pagare
Dev'esserci ma non vogliamo cambiare
Dev'esserci ma non possiamo cambiare
E lei che presto potrà stare al sicuro
ha già affittato un letto e un bagno per il suo futuro
sarà la principessa dell'insicurezza
dell'avvocato che affitterà la sua dolcezza
E un giovane incastrato riprenderà il suo volo
spezzato per aver venduto la felicità
magari per riuscire con un pò di ingenuità
ad uscire dal vizio della povertà
Dev'esserci ma non possiamo lasciare
quello che abbiamo e incominciare a sognare
Così il tramonto che è sempre lo stesso
si veste di nuove sfumature guardato da occhio diverso
e queste pietre che nascondono folletti ormai stanchi
per essere stati dimenticati da uomini troppo distratti....
Contro la chiusura delle case del sesso
Contro gli atti penali verso i tossicodipendenti
Contro le idee bigotte verso i senzafissadimora
Contro lo sfruttamento di esseri umani
Per tutte quelle persone che amano le fiabe e che non si chiedono se i folletti esistono o meno, ma li accolgono e basta.
Un invito: raccontatevi a loro, lasciando un pò più in là, l'invidia di chi non potrà mai capire, poichè dotato di una mente troppo razionale....
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